Incontro a Palazzo San Giacomo con l’Assessore alla Cultura Nino Daniele

Una delegazione dell’Associazione I care Fontanelle ha incontrato, nei giorni scorsi, a Palazzo San Giacomo, l’Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli Nino Daniele.

La delegazione ha presentato le ricerche e le pubblicazioni che l’Associazione ha fatto e sta facendo per ricostruire le vicende storiche e superare sia il cosiddetto “paganesimo perenne”, che le interpretazioni magiche e folcloristiche della storia del cimitero- ossario delle Fontanelle. Sono stati anche illustrati gli strumenti di comunicazione che l’associazione ha predisposto per la valorizzazione del cimitero/ossario, come uno dei più significativi beni culturali del patrimonio storico del Comune di Napoli.

La delegazione ha poi presentato all’Assessore il suo programma di visite guidate gratuite e la sua posizione sul superamento dell’attuale incerta gestione del bene culturale. Ha chiesto, infine, che sia ripristinata la Rettoria, affidandola alla parrocchia attigua al cimitero.

L’Assessore ha espresso la convinzione che la questione della Rettoria sia il punto da cui partire per dipanare la complessa vicenda del cimitero delle Fontanelle. Le questioni discusse saranno approfondite e affrontate in prossimi incontri.

Don Gennaro Matino al cimitero delle Fontanelle

Venerdì scorso don Gennaro Matino, noto teologo napoletano e docente universitario di storia del Cristianesimo, è stato intervistato dal Tg3 Campania nel cimitero delle Fontanelle.

Vedendo il video  sono rimasto allibito e ho scritto di getto la mia opinione su Facebook.  Due giorni dopo, rivedendo il video su Youtube e riflettendo sulla personalità  di don Gennaro Matino le domande che mi sono posto sono diventate più pressanti e francamente più inquietanti.

Come fa a parlare di culto pagano? Le nostre ricerche, visibili in libreria, sul blog e su Fb, attestano il contrario. Don Gennaro ritiene che questa devozione sia ancora viva? Le sue parole sembrano neutre, se non ambigue su questo punto. È in atto certamente una ripresa delle devozioni, basta girare per il centro antico e rendersene conto, ma l’approdo è nuovamente quello del cimitero delle Fontanelle? E poi quale devozione? Nell’intervista non viene mai richiamato il Purgatorio.

Il cimitero delle Fontanelle è una rappresentazione della morte in controtendenza rispetto alla rimozione della nostra epoca?  Certo. Anche per noi il cimitero è una spettacolare rappresentazione del mistero della morte. Ma da conoscere e vivere come bene culturale. Una testimonianza della storia della pietà religiosa della città e della devozione del popolo napoletano verso le anime del Purgatorio. Un cimitero storico.

Le domande sarebbero ancora tante. Vorremmo capire. Abbiamo quindi chiesto a don Gennaro Matino se vuole rilasciare un’intervista alla nostra associazione che da anni lavora sul cimitero delle Fontanelle.

Elogio funebre del canonico della cattedrale Gaetano Barbati, fondatore del cimitero delle Fontanelle, pronunciato nel Seminario Arcivescovile di Napoli alla presenza del Cardinale Arcivescovo di Napoli

Silvio Perrella invita Napoli ad “accettare la sua intima natura purgatoriale”

Gli avvenimenti purgatoriali del fine settimana, furto al cimitero delle Fontanelle e avvio della rassegna di musica e teatro al Purgatorio ad Arco, hanno colpito il noto scrittore napoletano, Silvio Perrella, già direttore, negli anni della sinistra al governo della città, del prestigioso Premio Napoli. Egli, su Il Mattino del 18 novembre, ci ha allietato l’inizio della nuova settimana invitando Napoli ad “accettare finalmente la sua intima natura purgatoriale”! Potenza delle suggestioni evocate dal postmoderno alle vongole. Leggeremo attentamente l’articolo, intanto ci godiamo questo giardino d’inverno a via Foria, poco purgatoriale e molto paradisiaco. 

Scempio alle Fontanelle, rubati oggetti del ‘700. Con questo titolo Il Mattino del 17 novembre ha diffuso la notizia del furto delle maniglie metalliche dalla bara di Filippo Carafa.

Non siamo sorpresi. Pochi giorni fa avevamo scritto:
“L’intervento di Giusy Cigni mette in evidenza due questioni. La prima, ampiamente nota, storicamente caratterizzante il cimitero delle Fontanelle, è la mancanza di una direzione. Chi decide e che cosa decide. L’assessorato è lontano e poi quale sarebbe l’assessorato competente: la cultura, i cimiteri, il sottosuolo? Né si può far carico di questi problemi alla Napoli Servizi.
Qualche mese fa, a luglio, in occasione della questione da noi sollevata per la pubblicità fatta da una delle tante associazioni che fanno visite guidate a pagamento al cimitero avevamo scritto:
“I nostri rilievi critici e il nostro rammarico si rivolgono nei confronti del Comune che, in modo costante attraverso le diverse amministrazioni, ha dimostrato di non voler affrontare il problema della gestione del cimitero e, più a monte, di rifiutarsi di prendere atto che si tratta di un cimitero, storico, ma pur sempre di un cimitero.”
A maggio di quest’anno è stato diffuso un documento della Rete del quartiere Sanità… e potremmo continuare.
Bisogna prendere atto che Il cimitero delle Fontanelle è stato ed è terra di nessuno!
Ringraziamo Il Mattino e la giornalista Giuliana Covella per aver dato ampio risalto alla notizia. Speriamo che l’Amministrazione comunale dia segni di vita e che gli oggetti rubati siano recuperati dalle Forze dell’ordine. Da parte nostra continueremo nella nostra battaglia per la difesa di questo, come di tutti gli altri beni culturali di questa nostra martoriata città, ma anche per far conoscere la sua storia.
In questa direzione nei prossimi risponderemo al quesito che tanti lettori de Il Mattino ieri si sono posti: chi era Filippo Carafa dei duchi di Maddaloni, conte di Cerreto, e perché la sua bara si trova tra le anime pezzentelle, nel cimitero della povera gente? Possiamo anticipare comunque che Margherita Petrucci non era, come dicono le guide, sua moglie! Ah, le guide del cimitero delle Fontanelle, altro spinoso problema.

sul commento di Giusy Cigni al 2 novembre alle fontanelle

L’intervento di Giusy Cigni mette in evidenza due questioni. La prima, ampiamente nota, storicamente caratterizzante il cimitero delle Fontanelle, è la sua direzione. Chi decide e che cosa decide. L’assessorato è lontano e poi quale sarebbe l’assessorato competente: la cultura, i cimiteri, il sottosuolo? Né si può far carico di questi problemi alla Napoli Servizi.
La vicenda del 2 novembre è esemplare. La parrocchia delle Fontanelle organizza, comunica e ottiene le autorizzazioni per una celebrazione senza echi mediatici ed improntata ad una spiritualità semplice ed essenziale. Poi arrivano la cooperativa “La Paranza” e don Antonio Loffredo della parrocchia della Sanità, con seguito di musica, stampa, fotografi e televisioni, che mettono su un evento mediatico. Verrebbe da dire: questa è Napoli, Signori!
La seconda questione è più complessa e vale la pena di essere portata avanti. Che cosa significa creare un evento in un cimitero storico come quello delle Fontanelle dove, non dimentichiamolo mai, sono esposte le ossa di migliaia di persone? Sul rapporto tra morte e spettacolo è intervenuto Bruno Forte, nell’ampio commento alla giornata dedicata al ricordo dei defunti sul Sole 24Ore, con parole che vale la pena ricordare: “La morte quando non può essere taciuta, viene trasformata in spettacolo, in modo che ne sia esorcizzato il pungolo doloroso. È il trionfo della maschera a scapito della verità”.
È un tema di grande rilievo sul quale ritorneremo.

Il 2 novembre al cimitero delle fontanelle – Scelte discutibili, anzi sbagliate.

Ricordare la tragedia del 3 ottobre scorso, quando centinaia e centinaia di migranti sono morti nel mare di Lampedusa, durante la commemorazione dei defunti è stata un’iniziativa nazionale, partita da Milano, importante per la ricchezza di pietà che ha espresso.

La scelta, fatta dalle Catacombe di Napoli di don Antonio Loffredo, di portare questa iniziativa nella processione al cimitero delle Fontanelle appare discutibile, anzi sbagliata.

A Milano la celebrazione è avvenuta nel centralissimo Corso Garibaldi per favorire la partecipazione dei cittadini e l’incontro tra la comunità cattolica e quella mussulmana.  Alle Fontanelle, difficilmente raggiungibili, soprattutto di sera, c’era, oltre ai fedeli della parrocchia, pochissima gente; non c’erano mussulmani, né l’imam.

Ma è soprattutto il parallelo che si è voluto realizzare tra i migranti morti a Lampedusa e le “anime pezzentelle”, gli ultimi di ieri e gli ultimi di oggi, che non può essere condiviso, perché ripercorre i più triti canoni del folclore napoletano. Quel folclore che travisa la storia e impedisce alla città di fare i conti con il proprio passato.

È ormai sufficientemente documentato che le ossa del cimitero delle Fontanelle appartengono a persone dei più diversi ceti sociali. Al cimitero delle Fontanelle c’è un ossario della città e non l’ossario della povera gente.

L’espressione “anime pezzentelle”, è riferita alla condizione di coloro che sono costretti a mendicare le preghiere dei vivi per poter ridurre le pene da scontare in Purgatorio e accedere al Paradiso. Non è riferita alla condizione sociale che il defunto aveva da vivo, anzi è monito per i ricchi, come ricordato di recente anche da papa Francesco, che non potranno contare nel Purgatorio sulle ricchezze con cui hanno spadroneggiato sulla terra quand’erano vivi.

Un’ultima considerazione va fatta sulla musica di Ennio Morricone ascoltata durante la processione nel cimitero. Ho sempre pensato che è bello accompagnare ogni tanto il silenzio dei luoghi sacri con qualche brano musicale. Mi è stato sempre risposto che la musica in questi luoghi può essere eseguita solo durante la liturgia.  Spero che anche durante la processione ci si sia attenuti a questa regola e non ci sia stato invece un cedimento verso la tendenza al fare spettacolo nel cimitero.

Naturalmente, a siffatta cerimonia non potevano mancare né il codazzo di reporter e fotografi, né l’antropologo tedesco che ci osservava attentamente per cogliere le tracce di antichi riti.

Detto tutto il negativo, resta la pietà con cui Alex Zanotelli ha saputo ricordare i morti di Lampedusa e la fermezza con cui padre Angelo ha ricordato a tutti il grande mistero della morte.

La Municipalità sul 2 novembre al cimitero delle Fontanelle

Municipalità 3
Stella San Carlo all’Arena
La Presidente

Prot.n° 589 del 21/10/2013

A Padre Evaristo Gervasoni
Parrocchia Maria SS. Del Carmine
Via Fontanelle 154
Napoli

Oggetto: Commemorazione dei Defunti e processione
Cimitero Fontanelle , 2 novembre 2013: Patrocinio morale

In riscontro alla Vs. richiesta di patrocinio per la commemorazione dei Defunti e la successiva processione all’interno del Cimitero delle Fontanelle, prevista per il 2 novembre p.v. , questa Presidenza, nel riconoscere allo spirito religioso della cerimonia anche l’espressione del culto dei defunti e della devozione dei fedeli , nelle forme della tradizione popolare napoletana, è lieta di accordare il proprio patrocinio morale .

La Presidente
Dott.ssa Giuliana Di Sarno