Il 2 novembre al cimitero delle fontanelle – Scelte discutibili, anzi sbagliate.

Ricordare la tragedia del 3 ottobre scorso, quando centinaia e centinaia di migranti sono morti nel mare di Lampedusa, durante la commemorazione dei defunti è stata un’iniziativa nazionale, partita da Milano, importante per la ricchezza di pietà che ha espresso.

La scelta, fatta dalle Catacombe di Napoli di don Antonio Loffredo, di portare questa iniziativa nella processione al cimitero delle Fontanelle appare discutibile, anzi sbagliata.

A Milano la celebrazione è avvenuta nel centralissimo Corso Garibaldi per favorire la partecipazione dei cittadini e l’incontro tra la comunità cattolica e quella mussulmana.  Alle Fontanelle, difficilmente raggiungibili, soprattutto di sera, c’era, oltre ai fedeli della parrocchia, pochissima gente; non c’erano mussulmani, né l’imam.

Ma è soprattutto il parallelo che si è voluto realizzare tra i migranti morti a Lampedusa e le “anime pezzentelle”, gli ultimi di ieri e gli ultimi di oggi, che non può essere condiviso, perché ripercorre i più triti canoni del folclore napoletano. Quel folclore che travisa la storia e impedisce alla città di fare i conti con il proprio passato.

È ormai sufficientemente documentato che le ossa del cimitero delle Fontanelle appartengono a persone dei più diversi ceti sociali. Al cimitero delle Fontanelle c’è un ossario della città e non l’ossario della povera gente.

L’espressione “anime pezzentelle”, è riferita alla condizione di coloro che sono costretti a mendicare le preghiere dei vivi per poter ridurre le pene da scontare in Purgatorio e accedere al Paradiso. Non è riferita alla condizione sociale che il defunto aveva da vivo, anzi è monito per i ricchi, come ricordato di recente anche da papa Francesco, che non potranno contare nel Purgatorio sulle ricchezze con cui hanno spadroneggiato sulla terra quand’erano vivi.

Un’ultima considerazione va fatta sulla musica di Ennio Morricone ascoltata durante la processione nel cimitero. Ho sempre pensato che è bello accompagnare ogni tanto il silenzio dei luoghi sacri con qualche brano musicale. Mi è stato sempre risposto che la musica in questi luoghi può essere eseguita solo durante la liturgia.  Spero che anche durante la processione ci si sia attenuti a questa regola e non ci sia stato invece un cedimento verso la tendenza al fare spettacolo nel cimitero.

Naturalmente, a siffatta cerimonia non potevano mancare né il codazzo di reporter e fotografi, né l’antropologo tedesco che ci osservava attentamente per cogliere le tracce di antichi riti.

Detto tutto il negativo, resta la pietà con cui Alex Zanotelli ha saputo ricordare i morti di Lampedusa e la fermezza con cui padre Angelo ha ricordato a tutti il grande mistero della morte.

One thought on “Il 2 novembre al cimitero delle fontanelle – Scelte discutibili, anzi sbagliate.

  1. In merito alla Processione del 2 Novembre nel Cimitero delle Fontanelle, vorrei aggiungere anche io qualcosa a quello che già ha ampiamente esposto Rocco Civitelli.
    Concordo anche io sull’importanza del ricordo dei morti di Lampedusa, un’immane tragedia che meritava di essere raccontata proprio come hanno fatto Padre Alex Zanotelli durante la processione e Padre Angelo durante l’omelia della Messa. Tuttavia, devo constatare come il Cimitero delle Fontanelle sia diventato, ormai, terra di conquista di numerose associazioni che lo utilizzano non solo per l’organizzazione di visite guidate, ma anche per meri scopi simbolici. Un cimitero trasformato in troppe occasioni in un palcoscenico a cui spesso ed erroneamente vengono attribuiti valori magici e misterici.
    Come se le ricerche effettuate dagli studiosi non avessero già fatto abbastanza luce sulla reale destinazione del Cimitero.
    Come se la presenza della vicina Chiesa di Maria S.S. del Carmine alle Fontanelle e del suo Parroco Evaristo Gervasoni non contassero nulla. Eppure la celebrazione per la Commemorazione dei defunti è stata celebrata proprio nella nostra Parrocchia, a dimostrazione della continuità tra questa e il Cimitero stesso. Come se chiunque potesse svegliarsi una mattina e decidere di organizzare anche una gara di ballo tra le “capuzzelle”.
    La mia speranza, come quella di molti, è che presto al Cimitero venga restituita la sua dignità di luogo di antica devozione e che esso venga visitato perché rappresenta un pezzo di storia della nostra città e non un luogo in cui organizzare eventi.

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