Convegno Vergini Sanità

La settimana scorsa, nella basilica di San Giovanni Maggiore, si è tenuta un’iniziativa su identità storica e prospettive per un recupero dell’area Vergini-Sanità, organizzata dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli e dal Centro di Ricerca sull’Iconografia della Città Europea della Federico II.

L’incontro appariva interessante perché la relazione principale, affidata ad Alfredo Buccaro, autore all’inizio degli anni ‘90 di un fondamentale studio sul quartiere, aveva un intrigante titolo: storia e struttura del borgo a vent’anni dai primi studi.

Negli ultimi decenni, infatti, l’area dei Vergini e della Sanità non ha subito radicali trasformazioni, ma ha visto importanti interventi pubblici e privati, momenti di aggregazione e cambiamenti sui quali ci si aspettava una riflessione, perché in alcuni casi il bilancio è, o appare, positivo, in altri è controverso, in altri ancora è sicuramente fallimentare. Vale la pena indicarli rapidamente: la realizzazione del progetto Urban, la riorganizzazione e il rilancio delle catacombe di San Gennaro, la riapertura del cimitero delle Fontanelle, il definitivo crollo del sistema scolastico nato negli anni ‘60, la nascita della rete della Sanità animata da padre Alex Zanotelli, le contrapposte ristrutturazioni di piazza Cavour e di via Foria. Tutto ciò solo per citare alcuni avvenimenti significativi.

Tutto questo è stato ignorato dalle relazioni, con quella pratica politica e culturale di stampo feudale, per cui tutto ciò che non è prodotto da me, e/o non è mio, non esiste. Un voler ricominciare sempre daccapo che, al di là del merito, risulta inconcludente perché non si misura con interventi che nel bene e nel male hanno inciso sulla realtà e dai quali non si può prescindere.

Immancabile la stanca ripetizione del mitico intervento della costruzione del ponte, che ha irreparabilmente danneggiato il quartiere, mentre l’organizzazione dei tempi del dibattito ha schiacciato le esperienze sul territorio presentate durante l’incontro. Interessante l’aggiornamento sulle ricerche archeologiche dell’area.

In sintesi, l’incontro è apparso un’iniziativa diretta a marcare una presenza, “un ci siamo anche noi” e nient’altro. C’è da augurarsi che le prossime iniziative d’Istituzioni così importanti diano un contributo diverso.

Vincenzo Aiello recensisce il libro : “Il cimitero delle Fontanelle”

Da “Il sole di stagno”

I libri, le recensioni e i racconti di Vincenzo Aiello

“Tantum religio potuit suadere malorum” 

Nella sterminata pubblicistica sull’ipogeo napoletano più conosciuto al mondo di Santa Maria del Carmine, s’inserisce il testo “Il cimitero delle Fontanelle, una storia napoletana (pagg. 107, euro 10  ; edizioni Dante& Descartes)” scritto dallo storico locale Rocco Civitelli, che aveva già firmato qualche anno fa un testo consimile su “Via Foria”. Con le belle foto di Vito Silvestri, l’autore partendo da “Viaggio in Italia di Rossellini”, fino alla celeberrima dichiarazione di Gregor Schneider dopo la visita alle capuzzelle di Rione Sanità, “Napoli mi ha ispirato per il senso di morte di cui è pervasa”, ricostruisce le ragioni storiche, antropologiche e pseudo-religiose che hanno contrassegnato la vita di questo sito, perché ”se è di difficile comprensione l’accadimento soprannaturale in sé, e se le ragioni della nascita di un culto non sono uniche e non sempre facilmente individuabili, è evidente che l’utilizzazione politica del fenomeno miracoloso è un fatto storico di portata non marginale e non resta circoscritto in un ambito puramente religioso”. Civitelli oltre a lodare l’impegno di enti ed associazioni che stanno permettendo la fruizione di questo sito ripercorre le ragioni che fanno dei napoletani un popolo antimoderno per eccellenza: dalla porta degli Inferi di Virgilio all’istallazione del 2003 di Rebecca Horn a piazza Plebiscito. Poi, Civitelli, ripercorre con cura ed acribia le ragioni che portarono all’apertura dell’ossario riportando anche i testi delle lapidi distrutte nei lavori di ristrutturazione. Il cimitero voluto dalla Pietà del canonico Gaetano Barbati fu costruito nell’attuale sistemazione nella seconda metà dell’Ottocento. Civitelli si spinge anche ad ipotizzare di chi fossero i teschi presenti e per quali ragioni non furono trasportati a Poggioreale e perché ce le ritroviamo nell’attuale sistemazione. Non manca una sezione sul “culto delle anime del Purgatorio”. Il testo contiene anche la lettera di Matilde Serao al Vescovo Prisco in occasione dell’eruzione del Vesuvio del 1906. Dalla devozione si passa alla considerazione del luogo come bene culturale e nel 1969 il Cardinale Ursi fa suo un dispositivo di una sentenza che sancisce “che non sono ammessi culti verso resti umani anonimi, ma solo verso reliquie riconosciute come tali dalla chiesa. E’ la fine del culto delle anime del Purgatorio nella forma – quasi pagana – in cui veniva espletata. Il testo si completa di un indice analitico dei nomi che è funzionale alla curiosità del lettore erudito.

Vincenzo Aiello

 

 

 

Nascita di un blog

Il 18 novembre il cardinale Crescenzio Sepe è venuto alla Parrocchia delle Fontanelle per la celebrazione delle cresime.

Nell’occasione il parroco Evaristo Gervasoni e il presidente di I care Vito Silvestri gli hanno consegnato la lettera che qui pubblichiamo e con la quale vogliamo avviare il nostro blog.




Parrocchia Maria SS. del Carmine alle Fontanelle

Napoli

Eminenza,

ogni anno migliaia e migliaia di persone vengono alle Fontanelle per visitare il cimitero, lo storico ossario della città di Napoli, testimonianza tra le più incisive dei drammi del popolo napoletano e della sua devozione verso le anime del Purgatorio.

La Parrocchia di Santa Maria del Carmine, edificata come chiesa del cimitero, e prima ancora la Parrocchia di Materdei, hanno cercato di assicurare, in stretto rapporto con la Curia Arcivescovile, che la frequentazione dell’ossario avvenisse rispettando la sua identità di memoriale della morte e di luogo di sepoltura.

La Parrocchia è stata inoltre sempre attenta a cogliere i cambiamenti che nell’ultimo cinquantennio hanno trasformato l’ossario da luogo di culto a bene culturale ed ha sollecitato e affiancato iniziative che tendessero a valorizzare il luogo, farne una risorsa per il quartiere e la città. L’associazione “I care” costituita nel 1986 è stato lo strumento con il quale la parrocchia è stata ed è presente.

Ma la straordinarietà del luogo, così come l’affermarsi di una dimensione culturale magica e misterica in larghi settori dell’opinione pubblica, richiedono oggi, come in alcuni momenti del passato, attenzione affinché non si ripropongano episodi di superstizione, o di interpretazioni folcloristiche e mercantili della storia del cimitero e della devozione verso le anime del Purgatorio.

In questa direzione la Parrocchia il 2 novembre scorso ha commemorato i defunti con una messa in chiesa e una processione nell’ossario, che ha visto un’ampia partecipazione dei fedeli delle Fontanelle ed ha avuto un carattere esclusivamente religioso. Inoltre “Icare” sta realizzando un programma che prevede visite guidate gratuite precedute da una specifica introduzione, l’apertura di un blog e la costituzione di un archivio storico dell’ossario. Si intende così essere presenti nella battaglia culturale che è in corso sulla ricostruzione della storia dell’ossario e del suo rapporto con la città.

L’associazione ha inoltre contribuito alla pubblicazione di un libro che ci è gradito regalarLe in occasione di questa sua visita alla nostra Parrocchia.

C’è anche la consapevolezza che ciò non basta.

Riteniamo necessario che venga ripristinato formalmente il rapporto tra la direzione comunale del cimitero, la società Napoli Servizi che ne ha la gestione, e la Parrocchia attraverso l’istituzione di una Rettoria che curi lo svolgimento delle cerimonie religiose ed eviti degenerazioni sia nel culto, che nell’utilizzazione del bene culturale.

Per raggiungere questo risultato chiediamo, Eminenza, il Suo sostegno.

Napoli Fontanelle, 18.11.2012

Il parroco

Evaristo Gervasoni