Marasma

Ha suscitato molte reazioni l’espressione “marasma antropologico del popolo campano” usata nella recensione di un libro sul sole 24 Ore.
Ne abbiamo parlato anche ieri nella riunione di IRIS Fontanelle e tutti abbiamo convenuto che sicuramente l’aggettivo è ambiguo, ma che il sostantivo calza molto alla realtà napoletana. Forse l’espressione più coerente è marasma culturale.
Non è stata una discussione astratta.
Come definire infatti diversamente quello che è accaduto nel cimitero delle Fontanelle nel giro di alcune settimane?
Sono stati scavalcati i recinti e poste due nuove teche riempite di teschi prelevati dalle composizioni allineate lungo le pareti.
Una teca è una cassetta di polistirolo, quella normalmente usata per il trasporto delle mozzarelle, l’altra è in ferro e porta la scritta per grazia ricevuta e la data del gennaio 2014.
Si tratta di atti di devozione? Ma in tutti i cimiteri e le chiese napoletane gli atti di culto e di devozione sono concordati con i sacerdoti o con i cappellani.
C’è chi sostiene che si tratta di un intervento di operatori o guide turistiche per rendere più plausibile i racconti sulla superstizione e sul paganesimo dei ceti popolari napoletani.
Chiunque abbia ricollocato i teschi sa che ha compiuto un reato punito dal codice penale?
Il comune, proprietario e gestore, è naturalmente assente.
E la Sovrintendenza?

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