Sulla nomina del cappellano al cimitero delle Fontanelle

Molti mi hanno chiesto: che significa che è stato nominato il cappellano al cimitero delle Fontanelle?
Ecco la mia risposta. La nomina del cappellano al cimitero delle Fontanelle è il tentativo di riportare la sua gestione nell’alveo di una “normalità” che può derivare solo dal riconoscimento della sua natura di cimitero storico.
Sembra una banalità, ma non lo è. Oggi il cimitero è terra di nessuno e, come dimostra la vicenda della statua del Sacro Cuore andata in frantumi, corre il rischio di subire danni irrecuperabili.
Pur essendo consapevole che nella Chiesa napoletana esistono opinioni molto differenziate sul cimitero, credo e spero che la decisione della Curia di nominare un cappellano significhi che l’istituzione religiosa ha deciso di essere più presente.
Il lavoro della nostra associazione è testimonianza di un impegno della parrocchia che non si limita alle questioni di culto, ma affronta i complessi problemi culturali che la storia e la gestione del cimitero pongono.
Anche se il culto delle anime del purgatorio si è ormai esaurito, il cimitero resta un luogo sacro e poiché è aperto al pubblico, devono essere rispettate alcune norme elementari che attengono al vivere civile. Mi riferisco, ad esempio, all’esigenza che non si svolgano feste o manifestazioni culturali dove sono esposte le ossa e alla necessità che le cerimonie religiose, come quella del due novembre, siano curate da un cappellano.
Purtroppo le altre istituzioni (il Comune di Napoli proprietario e la Sovrintendenza ai beni storici artistici ed etnoantropologici) non hanno idee chiare su come muoversi quando si tratta del cimitero delle Fontanelle, prigioniere ancora di schemi culturali inadeguati. Più in generale, la cultura napoletana, per quanto riguarda la questione del cimitero, è lontana dal rigore nella ricerca storica e antropologica e da scelte tecniche adeguate alla salvaguardia ed alla fruizione del bene culturale.
Se si va su internet e si vede la scheda tecnica dell’ultimo restauro, costato ben due milioni di euro, ti renderai conto che la “ lettura rigorosa dell’Ossario luogo del dialogo con le anime del Purgatorio” a cui si sono ispirati i lavori, ha lasciato tanti problemi aperti sia sul piano della ricostruzione storica (la collocazione della bare dei Carafa ), che della conservazione dei beni (altare del Sacro Cuore e lapide dell’arciconfraternita di San Giuseppe Maggiore in disfacimento) e delle continue infiltrazioni di acqua .

Rocco Civitelli

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